Coronavirus: l’isola di Hokkaido dichiara lo stato di emergenza
Confermati almeno 66 casi di contagio e due morti nella prefettura settentrionale. In tutto il Giappone, il bilancio totale è di 235 infezioni e cinque decessi. Tokyo non considera i 705 passeggeri malati e le sei vittime a bordo della nave da crociera Diamond Princess. Il premier Abe chiarisce il suo appello per la chiusura delle scuole.
Tokyo (AsiaNews/Agenzie) – L’isola di Hokkaido, la seconda del Giappone per grandezza, è in stato di emergenza a causa dell’epidemia di coronavirus. Lo ha dichiarato Naomichi Suzuki (foto), governatore della prefettura, in una conferenza stampa tenuta ieri sera nel capoluogo Sapporo. Ad Hokkaido le autorità sanitarie nipponiche hanno confermato almeno 66 casi di contagio e due morti; nel Paese, il bilancio totale è di 235 infezioni e cinque decessi. I dati dichiarati dal governo di Tokyo non includono i 705 passeggeri malati e le sei vittime a bordo della nave da crociera Diamond Princess, bloccata in quarantena nel porto di Yokohama dall'inizio del mese. Il ministro della Sanità ha annunciato che l’ultimo morto sull’imbarcazione è un cittadino britannico non identificato, che si aggiunge a cinque giapponesi già deceduti.
La notizia del decesso è giunta nelle ore in cui il governatore di Hokkaido invitava i cittadini a rimanere a casa questo fine settimana, nel disperato tentativo di contenere l'epidemia di Covid-19. Suzuki ha lanciato l’appello senza precedenti in una riunione televisiva tra funzionari di governo. “La situazione è diventata ancora più grave. Desidero che le persone si astengano dall'andare fuori per proteggere la vita e la loro salute”, ha dichiarato. L’amministrazione locale ha citato la possibilità di piccoli focolai di infezioni, dopo che sei persone questo mese hanno visitato una mostra nella città di Kitami ed in seguito si sono rivelate positive al virus. Suzuki ha anche chiesto a quanti non si sentono bene di non andare al lavoro, spiegando che vi sono stati casi in cui persone con sintomi lievi hanno comunque diffuso il virus.
L’appello di Suzuki ha in parte distolto l’attenzione pubblica dalla confusione denunciata da molte autorità locali e prefettizie del Paese a seguito dell'improvvisa richiesta del primo Ministro Shinzo Abe di chiudere le scuole in via temporanea. Molti istituti in tutto il Giappone chiuderanno, in linea con il volere del premier, che ha scatenato proteste pubbliche. Queste lo hanno costretto a chiarire che l’ultima parola sull’interruzione della didattica spetta alle autorità locali. Il ministro dell'istruzione Koichi Hagiuda ha indicato che i consigli scolastici potrebbero essere flessibili nel decidere quando e per quanto tempo verranno chiuse le scuole. “Va bene rispondere in vari modi, a seconda delle circostanze delle comunità e delle scuole locali”, ha affermato.
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